Dan

 "Scolpire gradini su per la montagna"è il signifcato letterale del Kanji usato per esprimere il concetto di dan.Nelle forme modere di arti bugei che riconoscono il grado di avanzamento nell'abilità con il conferimento di cinture, tali gradi sono noti secondo un sistema numerico: shodan, nidan, sadan...Tuttavia questa crescita possa condurre ad una profonda comprensione, essa può anche fuorviare e ausare un'irrequietezza che porta a deviare i cammino.Quado il praticante inizia il viaggio nell'arte bugei, capisce di essersi inoltrato in un territorio piuttosto sconcertante.Niente gli è familiare. Procede seguendo le istruzioni del maestro e, poco a poco gli appaiono  contorni del paesaggio. Il praticante individua una direzione egli vede il suo maestro come un modello a cui si sforza di adattarsi, da seguire e lavora x questo scopo. Sale sempre pù verso la sommità della montagna Mentre compie questo percorso può raggiungere alcune vette ed essere premiato con gradi di promozioi e si pò fermare a guardarsi indietro a guardare i progressi fatti. Ma può anche scivolare giù tornando a valle e allora la determiazione e la convinzione devono essere forti.Anche una discesa può essere fonte di sviluppo personale e crescita interiore e di tecnica nell'arte di un bungeisha. Quella che poi gli sembra la destinazione a cui arrivare diventa un semplice passo di montagna che gli consente la visione di un nuovo panorama degno di essere esplorato. Dietro il momentaneo affinamento della sua arte, egli scopre luoghi che al momento e nel luogo opportuno lo condurranno ad altre regioni. E così soffermandosi un attimo ricevendo un nuovo dan, il bugeisha può indulgere nell'opportunità che gli viene offerta per guardarsi indietro e riflettere sui progressi fatti.Può contemplare la collina che ha appena scalato ma dev'esserre pronto a distogliere lo sguardo dal picco che ha appena raggiunto e prepararsi a scalare la cima che è improvvisamente spuntata davanti ai suoi occhi.

Simone Cardelli